La Felicità è Sentire, Liberare, Sorridere – Di Carlos Fiel

Formatore di yoga, musicista,medico, ricercatore …. Iniziò ad amare lo yoga quando lo conobbe 40 anni fa, oggi continua a viaggiare e condividere ciò che apprende con lo stesso entusiasmo dell’inizio

Sono già più di trent’anni che esiste una scuola che oggi conta varie sedi dentro e fuori la Spagna, il cui programma didattico si basa su tre assi (principi): crescere nella coscienza, evolvere il nostro cuore e apprendere dalla realtà.
Tutto ciò, ci ricorda l’importanza di agire con amore in ogni momento della nostra vita.

COS’E’ LA SCUOLA SADHANA?
Mio fratello ed io conoscemmo il mondo dello yoga e la meditazione durante gli anni ’67 ’68, e iniziammo le nostre prime incursioni in India “cercando il maestro”. Furono anni intensissimi, e i maestri iniziarono ad apparire. Come scuola di formazione, Sadhana, si creò nell’80. In questi 28 anni credo che il lavoro fatto, sia sulla pedagogia dello yoga che sull’attualizzazione della tradizione rispetto alle visioni filosofiche,  psicologiche e spirituali contemporanee, sia stato molto grande.

INSEGNARE A SAN SEBASTIAN ALLA FINE DEL FRANCHISMO, UN’EPOCA DIFFICILE……..
Nel 1977, niente di nuovo poteva entrare nell’Università di San Sebastian, tuttavia incontrai due professori che mi segnarono: Ignaki Cacho e Alfredo Tamayo. Le prime persone che mi parlarono di buddhismo, di yoga e della ricerca personale di un’identità spirituale. Mio fratello ed io ci dedicammo a tutto ciò. Furono anni difficili con un punto di forza sull’emozione e sul rischio! A quell’epoca erano ingredienti che attraevano.

OLTRE CHE FORMATORE LEI E’ MEDICO, MUSICISTA E RICERCATORE……
Io dico che sono un “yogimedimusico”. Lo yoga è stato il motore della mia vita, ciò che mi ha spinto ad integrare le altre realtà che mi attraevano. Indagando gli aspetti della vita che per la loro bellezza e umanità, accendevano la mia curiosità, e in assoluto, quelli che vado integrando in questo universo così essenziale della mia vita sono lo yoga e la meditazione.

CHE COSA L’ATTIRA DI OGNUNO DI QUESTI ASPETTI?

Dello yoga, il suo modo di dialogare internamente e questa “ossessione” di generare uno stato mentale interiore che mi solleva alla serenità. Della meditazione mi attrae la quiete, il suo saper vedere le cose internamente ed esteriormente con equilibrio, il comprendere la naturalezza dei miei pensieri, ed apprendere ad assorbirli e ad disidentificarmi dal mio io. E, soprattutto, lo scoprire la capacità di bontà e compassione che si nasconde nel nostro cuore. Della musica mi richiamò l’armonia del tutto, poter parlare con qualche persona con la quale non ti intendi verbalmente, l’esser capaci di generar bellezza. La medicina risveglia la curiosità  e far sognare con il suo umanismo. Della neuropsicoanatomia , che ha seguito il mio lavoro, mi attrae il suo modo di vedere la vita come una grande unità.

IN QUESTO CAMMINO COSI’ RICCO CHI L’HA ACCOMPAGNATA O ISPIRATA?
Tutti questi interessi mi portarono a creare Sadhana, a lavorare nell’Università di Parigi e a convivere e lavorare con Gerard Bliz da cui l’origine della fondazione dell’Unione Europea di Yoga della quale fu il creatore e l’anima. Grazie alla relazione con Gerard conobbi quelli che poi sarebbero stati i miei riferimenti.
Specialmente, Krishnamacharya, Deshimaru, Krishnamurti e Kalu Rimpoche. Oggi la mia vita ha un referente già da dieci anni, ed è Tich Nhat Hanh. E devo dire che la relazione con mio fratello fu essenziale in tutte le mie prime tappe.
COSA DIREBBE A CHI DESIDERA ESSER PIU’ FELICE? in un mondo di oggetti  e  a volte, disgraziatamente,noi percepiamo come tali. Perdiamo la prospettiva del nostro insieme unitario, della nostra qualità solistica, dell’armonia interna ed esterna. A cosa mi serve sapere tutto sulla postura, sulla mente e dominarla se poi non so stare una notte in silenzio in casa mia o nel bosco, e mi sento spaventato per la calma o gli animali? La motivazione è qualcosa che va dall’interiorità all’esterno e non al contrario. Rinfrescarci ogni giorno la memoria della nostra motivazione può aiutarci a creare questo stato di armonia nel personale, nel sociale e nello spirituale. Non perché ogni yoga o meditazione sono, diciamo, olistici, lo so perché nel mio interno ho una profonda intenzione di vivere in serenità, senza separarmi da niente di ciò che succede nella mia vita. Comprendere questo sentimento della serenità, della drammatizzazione, del gradimento, dell’impermanenza di tutto, di questo sentimento profondo di unità con me stesso, con il mio lavoro, con tutti gli esseri e con la stessa vita. Questo è il piccolo seme dell’armonia che cresce costantemente e senza far rumore, come un grande albero che ci insegna la piccola luce della felicità che abbiamo in ciascuno di noi. E’ il lavoro delle tre “S”: sentire, liberare (soltar) e sorridere. Il corpo conserva la memoria delle nostre esperienze.

COME ASCOLTARE I SUOI MESSAGGI?
La vita è un archivio del Tutto in ogni cellula. Dà sempre il meglio di se stessa, ricerca il bene comune e sa creare omeostasi, che  non è che un profondo sentimento di equilibrio e compassione. E’ generosa e perciò generatrice, creatrice. Lo vediamo come su un diario in ogni bebè, in ogni mamma, ma ci costa di più vederlo dentro di noi. La generosità è l’essenza della serenità e perciò della salute. Senza questa visione spirituale del nostro corpo, è difficile parlare di salute. In verità il vero generatore di salute è il nostro stato spirituale. Una persona si compone di diversi corpi: biologico, energetico, mentale, psichico….L’importanza dello yoga è che ci aiuta a sentire tutti questi differenti corpi.

LA SALUTE E’ SPIRITUALE?
Tanto l’Organizzazione Mondiale della Salute quanto la medicina ayurvedica, cinese o tibetana definiscono la salute più o meno come la ricerca dell’armonia fra la persona e l’universo. Questo è la spiritualità. In altre parole armonizzare l’interno con l’esterno: la nostra vita, le nostre relazioni, il nostro mondo. E poi semplicemente contemplare, senza giudizio, senza condizionamenti, diventando ogni volta un po’ più invisibili. Lasciando che il nostro io si vada dissolvendo e comprendendo che la sua vera essenza è semplicemente la sua presenza. Qui, nel silenzio, è dove noi ci incontriamo con il “museo” della nostra memoria e lo possiamo comprendere e trascendere.

CHE COSA PENSA DELLA CONTINUA RICERCA DELLA SPIRITUALITA’ COME META?
Il vero maestro è la realtà, la nostra vita con tutti i suoi labirinti possibili. Tutto in essa è spiritualità. Disgraziatamente percepiamo come esseri umani, la salute o la spiritualità come un oggetto più alto, distaccato dal tutto e frammentato. Allora, persino la propria spiritualità si converte in un oggetto più di consumo, lo yoga si converte in “fisicismo”(corpismo), e la salute in aspirina. Il nostro ego è semplicemente una generazione di processi mentali variabili e perciò abbiamo da apprendere a disidentificarci. La salute è qualcosa che comincia nella nostra realtà immediata: la famiglia, il lavoro, le relazioni…
Salute è relazionarci con il nostro mondo e saper generare una unione, comprensione e compassione. Perciò prima abbiamo bisogno di generare uno stato interiore di calma, di ascolto, di serenità.
CHE COSA PENSA DEI MAESTRI?
Ognuno di noi è una piccola luce, un faro che ripete instancabilmente il suo segnale per orientare i depistati, trasmettendo instancabile di linea in linea un messaggio. “Genera pace al tuo interno ed ecco che ogni piccolo gesto quotidiano della tua vita si trasforma in un atto straordinario di amore.” I maestri sono persone che aprono il cammino, che ti aiutano a confidare nelle tue forze e nel tuo interiore, che ti permettono di abbandonarti e metterti in dubbio, che ti accompagnano e ti ascoltano. Ma nella loro vita hanno alti e bassi e punti oscuri. I maestri sono ugualmente “noiosi” e ossessivi per chiunque di noi, ma hanno un’abilità: riconoscono ed apprendono rapidamente dai loro errori, e inoltre dominano l’arte della drammatizzazione, ed è ciò che i loro discepoli apprendono con allegria e chiarezza. L’alunno deve imparare  ad integrarsi e fare della relazione con il suo maestro un campo di battaglia per le idee. Dall’altra parte, esiste una carovana immensa di accompagnatori, amici, compagni, figli, situazioni, libri ecc…che ti aiutano a comprendere con il cuore questi aspetti essenziali e semplici della realtà dove gli insegnamenti, i maestri e le tradizioni non arrivano. Questi “maestri” sì che sono importanti e quando compaiono nella nostra vita non dobbiamo separarcene.

CI PUO’ DARE LA SUA RICETTA PER SDRAMMATIZZARE LA VITA?
Semplicemente, renderci conto che non c’è niente di permanente, immobile. Che le cose cambiano, che le emozioni e i sentimenti sono flussi che non possiamo trattenere, e se lo facciamo soffriamo molto. Alleggerirci dalle strutture, dalle convinzioni, dalle ideologie. Tutto, sia la mente sia il nostro corpo, forma parte di un processo di trasformazione. Non c’è nessuna verità che si sostenga da sé sola, se non saper convivere con tutti gli altri. E fare il gesto di guardarci nello specchio e comprendere quanto siamo fragili e vulnerabili, e poi sapere che questa è la nostra forza, il nostro potere, ciò che ci permette di ridere di noi stessi, di tutto ciò che pensiamo della nostra persona e di ciò che pensano gli altri. Si dice che è molto più difficile essere quello che siamo che essere quello che non siamo.

COME POSSIAMO ESSERE PIU’ AUTENTICI SENZA MASCHERE?
E’ necessario tenere il cuore rammendato di amori e disamori, di incontri e disincontri, di illusioni e frustrazioni. E soprattutto non abbiamo da temere nulla più del nostro stesso timore. Solo le crisi ci permettono di crescere e gli errori, di apprendere. Perciò comprendiamo e ci comprendiamo, e solo chi comprende ama. Essere autentico è amarsi e amare la vita senza paure, senza cattive intenzioni, con un profondo amore e rispetto, così profondo che mi devo permettere di essere chi sono, con la mia luce e la mia ombra ma trasparentemente, accettando la mia verità, completamente. Sapere che io sono la realtà e svegliarla, e se posso, rendermi conto che non sono nulla. Per terminare, mi piacerebbe condividere una poesia del poeta cinese Li Po su questo atto senza attore che è la meditazione: noi sentiamo uniti la montagna e l’io fino a che solamente resti la montagna.