Obiettivi della Scuola di Formazione Insegnanti Yoga
YOGA E’ IL NOSTRO AUGURIO
Il nostro corpo
dovrebbe essere uno
scenario di libertà
che ci mostra tutta la bellezza
dei suoi limiti e i paesaggi della sua anima.
Sentire ed esprimere la sincerità della nostra vita,
con calma ed energia, forma parte di questa pedagogia
dell’ illusione, l’unica delicata e profonda alla quale
il corpo, imparando con tempo e sensibilità,
tiene un accesso diretto e intimo.
Forse il prodotto più raffinato della nostra cultura
è questo amore per se stessi e per la natura.
Lo Yoga, attraverso il corpo,
la percezione della respirazione e
il filo conduttore del rilassamento,
favorisce la crescita globale e cosciente,
cercando di armonizzare il nostro stato fisico,
respiratorio e mentale e creando quello spazio
interiore d’ascolto e comprensione
che è la meditazione.
COSA VOGLIAMO TRASMETTERE?
Ogni insegnamento ha bisogno del sostegno di una tradizione, una visione critica coi nuovi elementi che ci porta la scienza, e un principio transpersonale per saper mettere luce alla quotidianità.
Come fare del corpo un apprendistato profondo sia nella coscienza fisica che nelle emozioni, nella sensibilità e nell’evoluzione personale?
E’ la maniera di dialogare con noi stessi e con le tradizioni che ci dá una nuova visione, sempre che i principi di libertà, spontaneità, intuizione e creatività siano rispettati.
Come liberarci dei nostri problemi utilizzando quello che siamo, analizzando da dove e da quale stato partiamo? E’ questa passione per il condividere e l’osservare che ci aiuta a scoprire le regole del gioco.
Dicono i testi:
“Quando lo spirito è in pace lo STATO di yoga si produce”.
Questa è la grande definizione che orienta la nostra ricerca nello yoga.
Sono le abitudini, gli automatismi, i blocchi, le emozioni trattenute o gli affetti non espressi, quelli che lasciano un nodo nello spirito e lo separano dal suo ritmo lento e naturale, è allora che la nostra memoria e la nostra attività mentale reagiscono alle situazioni esterne e risvegliano ricordi di stati precedenti.
Amare è liberarci dei timori e accettare l’avventura.
Per recepire una visione differente e attuale è necessario abbandonare le vecchie abitudini, ampliare la nostra percezione e dissovere i timori e le diffidenze del nostro spirito.
Noi possiamo solo creare le condizioni perchè questi cambiamenti si producano spontaneamente. Prima agiamo, analizziamo e osservamo, poi riceviamo.
Il filo conduttore dello yoga che ci porterà a questo stato si trova in Asana-Pranayama-Dhyana.
Il lavoro è creare ed armonizzare il corpo fisico con una sensibilità o energia che sia ricettiva all’energia della Fonte.
Quando cambia la consapevolezza cambia anche la nostra qualità energetica.
Crescere nella coscenza, evolvere nel cuore e imparare dalla realtà, sono le chiavi per trasformare la vita, armonizzando le noste energie ed elevando le nostre vibrazioni per elevare i nostri pensieri. Il risultato di questa trasformazione e la crescita della qualità energetica del nostro essere, faranno sì che la volontà della Fonte si possa manifestare sulla terra attraverso di noi.
Una scuola comporta riconoscere le basi della tradizione, la nuova visione della scienza oltre alle tecniche di analisi ed interiorizzazione personale, creando uno spazio critico e, con la pratica, ottenendo una nuova qualità della conoscenza.
COSA VOGLIAMO DIRE CON LA NOSTRA VISIONE DELLO YOGA?
LA “GRANDE INTENZIONE” DEL NOSTRO PROGETTO E’ QUELLA DI SVILUPPARE UNO YOGA SOCIALE, ADEGUATO AD OGNI PERSONA, QUALSIASI SIA Il SUO CREDO O CONDIZIONE E DOVE L’ESSENZIALE E’ SVILUPPARE LA QUALITA’ DEL NOSTRO CUORE E LA COMPRENSIONE CHE IL SILENZIO E’ UN CAMMINO DI INTERAZIONE CON LA VITA. L’ESSENZA DEL LAVORO PRATICO E’ RECUPERARE IL PROPRIO SPAZIO, INTERNO ED ESTERNO, E IL TEMPO CHE CI PORTA AL NOSTRO RITMO NATURALE.
1º.- RISPETTO
Lo Yoga è uno strumento di trasmissione e come tale dobbiamo realizzarlo nella sua totalità ed integrità, cioè senza manipolare, modificare o correggere i suoi principi. Approfondire senza interruzione la sua conoscenza, comprensione e la trasformazione personale. Studio costante e pratica personale. Ogni insegnamento comporta informazione ma l’apprendimento richiede pratica.
2º.- PROTEZIONE
Una tradizione resta viva perchè la si pratica, aggiorna ed interpreta partendo dalla propria realtà. Questo non significa mescolarla o alterarla. Ogni insegnante dovrà fare il giusto uso dello Yoga che non sia pregiudiziale per se stesso – per ambizione, egoismo o desiderio di notorietà – né per lo Yoga, per non creare una falsa immagine di manipolazione, intenzioni poco chiare o mancanza di concrezione nel suo ambito d’azione. Dobbiamo alimentarci dell’essenziale della tradizione e mantenere la mente aperta a qualsiasi altra proposta che complementi e sviluppi le nostre cognizioni spirituali e personali.
3º.- AVER CURA DI SE STESSI
Ogni insegnante, come persona, dovrà aver rispetto di se stesso per servire come canale di trasmissione dello Yoga. Seguire gli Yama e Niyama. Non non interrompere la pratica quotidiana dello Yoga. Dobbiamo realizZare un lavoro di pratica e di analisi personale perchè la nostra vita di trasformazione possa servire ad altri. Non si tratta solo di una professione ma anche di un servizio.
4º.- RICONOSCERE GLI ALTRI
Rispettare ogni persona ed ogni alunno per ciò che è, per la sua razza, sesso, credo e valori. Rispettare la sua libertà di scelta e di differenziazione. Trattare tutti nello stesso modo senza distinzione. Mostrare interesse e comprensione verso le situazioni personali che l’alunno voglia liberamente manifestarci. Evitare giudizi, valorazioni e critiche, piuttosto accompagnare, aiutare a ricondurre ai valori dell’umano e dello spirituale e saper dirigere verso altri professionali i problemi che escono dall’ambito dello yoga.
5º.- RELAZIONE PROFESSORE-ALUNNO
In nessun caso il professore dovrà abusare della sua autorità nè della sua condizione di insegnante. Dovrà essere prudente nella parola, nei commenti, gesti e atteggiamenti verso l’alunno, il suo credo, ideologia o la sua comprensione. L’insegnante dovrà assistere l’alunno attraverso le sue cognizioni e il suo tirocinio pratico, aiutarlo a cercare un cammino più giusto, umano, solidale ed espansivo. Aiutandolo a pensare piuttosto che trasmettergli delle norme o degli obblighi. Non generargli aspettative né false realtà. Lavorare più con la comprensione che con l’emozione. Sviluppare un pensiero giusto, comprendere le virtù della quotidianità e l’armonia delle relazioni dentro e fuori dAl gruppo. Le relazioni personali con l’alunno dovranno essere rispettate nei loro contenuti e manifestazioni, come se si trattasse di segreto professionale.